Giannis e la notte al Barclays Center

Giannis e la notte al Barclays Center

Giannis grazie perché.

Questo articolo comincia in modo insolito, niente playground e interviste questa settimana. Ammetto che la recente vittoria dei Bucks, mi ha dato modo di riflettere. Perché The Greek Freak ha avuto un enorme impatto sul mio percorso e oggi voglio condividere con voi questa pagina di vita.

Giannis, i Bucks e la stagione 2018-2019

Ho iniziato a seguire le prodezze del greco di Milwaukee, con attenzione, dalla stagione 2018-2019. Quella è stata la stagione della consacrazione per Giannis e della svolta per me. Credo di aver passato diversi mesi alla ricerca di una collaborazione con una testata giornalistica online. Avevo tentato invano di farmi notare da qualche giornalista della carta stampata, ahimè senza grandi risultati. Un’opportunità concreta ha bussato alla porta nell’agosto del 2018. Il primo provino per una web radio Radio 1088, un progetto ideato da alcuni ragazzi universitari nel cuore di Bologna. Sono stata scelta e ho iniziato la mia avventura radiofonica, affiancando Marco e Gabriele conduttori del programma “The Splash Bros”.

“The Splash Bros” e Radio 1088

Negli ultimi due anni, mi ero allontanata dal basket, specialmente dall’NBA. Seguivo sporadicamente qualche partita, leggevo qualche articolo, ma avevo un po’ di rabbia nei confronti della pallacanestro. Ho provato a vivere senza basket con scarsissimi risultati. Quando si è presentata la possibilità di parlare di pallacanestro e farlo in maniera quasi professionale, ho colto la palla al balzo e mi sono detta: “Buttati!”. Ho preso quell’impegno come un lavoro e ho iniziato a studiare ogni dettaglio. Mi svegliavo all’alba e prima di volare in ufficio, facevo colazione guardando i game recap dell’NBA. In pausa pranzo, invece non mancavano mai gli articoli di approfondimento della Gazzetta dello Sport.

La regular season e l’All Star Game 2019 di Giannis

Non ricordo il momento preciso, ma quelle prime partite di regular season hanno segnato la mia folgorazione per Giannis. L’infanzia tra i vicoli di Sepolia e il debutto nell’Olimpo del Basket a stelle strisce erano l’incipit perfetto di una storia straordinaria. Ho seguito la sua stagione molto da vicino, leggendo le statistiche e studiando l’incredibile personalità fuori e dentro dal campo. Ricordo il weekend dell’All Star Game a Charlotte nel 2019. The Greek Freak era il capitano del team Giannis, con coach Budenholzer sulla panchina. Avevo trascorso il weekend attaccata alla tv per seguire le tre giornate e preparare la puntata per la serie. E invece un virus intestinale, mi ha costretta a saltare la puntata più importante della stagione. In quelle settimane, ho maturato la decisione definitiva di ritornare a New York. Avevo un obiettivo chiaro, fare ricerche per il mio blog e vivere un’esperienza oltreoceano.

New York, il Barclays Center e Giannis

La scelta della data di partenza è stata abbastanza scontata, guardando il calendario dei Brooklyn Nets. Il 1 aprile, i Bucks erano ospiti al Barclays Center e quale miglior momento per raggiungere New York? In compagnia delle mie due valigie, con il mio mondo dentro, ho lasciato lo Stivale per vivere il mio grande sogno. Giunta a Manhattan, dopo aver organizzato le mie cose in un ostello prenotato per le prime notti, mi sono diretta a Times Square per l’acquisto dei biglietti. La gara era in programma il giorno dopo ed ero al settimo cielo al pensiero di vedere Giannis in carne ed ossa. Credo di essere arrivata al Barclays notevolmente in anticipo e all’ingresso delle squadre in campo, il cuore batteva a 1000. The Greek Freak era una macchina, attento a correggere ogni movimento, concentrato a tal punto che quasi sembrava fosse isolato dal mondo esterno. In quel momento ho realizzato che ero nel posto giusto al momento giusto e di fronte a me avevo uno dei miei miti sportivi. La perfetta chiusura del cerchio.

Tornando al presente, la vittoria dell’anello per Giannis e i Bucks, è senz’altro il coronamento di un sogno. Non solo. Come hanno sottolineato in tanti è la dimostrazione che il duro lavoro e il sacrificio ripagano sempre. Perché in fondo l’unica cosa che conta è dare tutto, sempre e non avere rimpianti MAI!

E a proposito di storie e di NBA, vi lascio un altro articolo che potrebbe interessarvi.

Chiara Mezzini
chiaramezzini@gmail.com
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